Questa trovata dei finti-ministri 5S serve oggi a far credere – a chi di politica e ordinamento costituzionale non ne sa una benemerita, cioè a buona parte del loro elettorato – che hanno una “squadra e un premier” mentre gli altri mirano all’inciucio. Ovviamente non funziona così, non è così (anche perché potenzialmente tutti hanno un premier nel caso impossibile di una maggioranza da soli, ma nessuno perde giustamente tempo a parlarne), visto che lo status di Repubblica Parlamentare impone di ricercare una maggioranza in Parlamento. E una delle cose tristi è che non dicono ai propri che, ammettendo una buona affermazione dei #5Stelle, proprio a loro toccherebbe bussare ad altri, e con più probabilità a #Lega e forse anche #LeU.
A proposito, le missione di LeU: la più importante è lo sgarro a Renzi e la seconda è il 5 o 6 %, giusto il necessario per far eleggere i capilista da qualche parte (i solitissimi, compresi alcuni scialbi di sempre, tipo Roberto Speranza). Null’altro, come è ben evidente non puntando ad un centrosinistra unito. Che avrebbe dato credito ad un progetto che si candidava – in coalizione – a governare il paese, e per esempio avrebbe avuto il mio voto (nonostante le pietose figure di Grasso). Così non è, per cui: ciao subito.
Flat tax e Reddito di cittadinanza: per me le due follie principali, i mali assoluti tra le proposte sentite in questa orrenda campagna. Per quanto di improbabile realizzazione entrambe, la prima è un’eclatante regalo ai più ricchi, la seconda un enorme incentivo al lavoro nero, di cui al sud siamo maestri. Conosco milionari, nullatenenti per il fisco, che godono di tutte quelle agevolazioni che spetterebbero ad altri, cinquantunisti, “esenti” loro e i loro figli per la sanità, all’università ecc. Anche loro tifano per il reddito di cittadinanza, che questa gli mancava.

Per cui non ho dubbi nel votare PD: con tutti i limiti di una coalizione orrenda, anche perché c’è sempre chi gioca a sfilarsi (come sopra), insieme ad Alfano, Verdini ecc., nonostante la situazione tragica ereditata, l’Italia di oggi secondo me è migliore di cinque anni fa. E a riprova di ciò, con tutte le migliorìe possibili e obbligatorie ecc, riporto una lista di cose trovata in giro che aiuta a sintetizzare:

CINQUE ANNI FA

  • i miliardi recuperati dall’evasione fiscale erano 12. Oggi sono 20.
  • una coppia di persone dello stesso sesso non aveva alcun diritto. Oggi ci sono le unioni civili.
  • dieci milioni di dipendenti sotto i 1.500 euro non ricevevano alcun aiuto. Oggi ricevono 80 euro al mese in più.
  • non c’era il bonus bebè. Oggi c’è
  • le volontà di un malato sul proprio fine vita non avevano alcun valore. Oggi c’è il biotestamento.
  • si pagava l’IMU sulla prima casa. Oggi la pagano solo i proprietari di case di lusso.
  • i genitori di persone con disabilità non avevano alcuna certezza per il futuro dei loro figli. Oggi c’è la legge sul “Dopo di noi”.
  • 100mila docenti erano precari. Oggi sono di ruolo.
  • non c’era il bonus cultura per i 18enni. Adesso c’è.
  • gli occupati in Italia erano 22 milioni. Oggi sono 23 milioni. Un milione di posti di lavoro in più (la metà a tempo indeterminato).
  • non c’era un piano nazionale per la Banda ultra larga. Oggi c’è.
  • i datori di lavoro disonesti potevano far firmare alle loro dipendenti un documento per poterle “dimissionare” in caso di gravidanza. Oggi le “dimissioni in bianco” sono impossibili.
  • non esistevano misure universali contro la povertà. Oggi c’è il Reddito d’Inclusione.
  • i reati ambientali non erano punibili. Oggi c’è la legge sugli ecoreati.
  • tonnellate di cibo in eccesso venivano sprecate. Oggi, con la legge sullo spreco alimentare, è più semplice destinarle a fini di solidarietà sociale.
  • non c’era l’Autorità nazionale anticorruzione. Oggi c’è.
  • non c’era il codice antimafia. Oggi c’è.
  • non c’era il reato di omicidio stradale. Oggi c’è.
  • il PIL era a -2,4. Oggi è +1,6.
  • non c’era la legge sulla ciclabilità. Oggi c’è.
  • per ottenere il divorzio bisognava aspettare tempi lunghissimi. Oggi c’è il divorzio breve.
  • nessuno credeva che i lavori per la Variante di Valico, per il Quadrilatero, per la Salerno-Reggio Calabria sarebbero terminati. Oggi sono terminati.
  • punire il caporalato era complicato. Oggi c’è una legge apposita.
  • non c’era il processo civile telematico. Oggi c’è
  • non c’era la riforma del Terzo settore. Oggi c’è.
  • i docenti non ricevevano alcun sostegno per la loro formazione. Oggi hanno una card da 500 euro.
  • non c’era la responsabilità civile dei magistrati. Oggi c’è.
  • non c’era la dichiarazione dei redditi precompilata. Oggi c’è.
  • non c’era il cumulo gratuito delle pensioni. Oggi c’è.
  • i furbetti del cartellino proliferavano nella totale impunità. Oggi per legge rischiano il licenziamento immediato.
  • chi investiva in cultura non aveva alcuna agevolazione. Oggi c’è l’Art Bonus.
  • non c’erano giorni gratuiti per l’ingresso nei musei. Oggi si entra gratis ogni prima domenica del mese.
  • l’imposta sul reddito delle società (IRES) era al 27.5%, ora è al 24%.
  • non c’erano i vaccini obbligatori. Oggi sono tali, nonostante – e per arginare – le rivendicazioni del medioevo.