Ho scritto un “instant book” (circa 40 pagine) sul genocidio in Palestina.
L’ho scritto per provare a dare uno sfogo al senso di impotenza e trasformalo in qualcosa di utile.
Per ricostruire l’orrore, ma anche per archiviarlo: perché resti traccia. Perché qualcuno potrà usarlo per chiedere giustizia o per testimoniare, anche solo in un dibattito tra amici, le origini e le proporzioni dell’ecatombe.
Ho cercato di raccontare in brevissimo la strategia narrativa che ha accompagnato il genocidio in corso a Gaza. Per questo cito Levi nel titolo.
Vorrebbe essere una raccolta di prove, una ricostruzione cronologica e “qualitativa” dei fatti, un modo per non cedere all’assuefazione.
Ci sono capitoli soggetti ad aggiornamento (la conta dei morti, i nomi dei giornalisti ecc), c’è un capitolo che rimanda ad un archivio di video – anche questo soggetto ad incremento quasi quotidiano – e ce n’è un altro che ricostruisce i fatti dei primi giorni, ma non “dal 7 ottobre”: dal 7 di agosto 2023.
I guadagni del libro saranno devoluti a progetti di ONG (UNRWA e OXFAM) che lavorano per migliorare le condizioni di vita dei bambini palestinesi.
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